Io sono. Ma chi sono?
Nella nostra cultura occidentale esiste una separazione tra corpo e mente, nonostante sia da molti, molti anni dimostrato, da studi validati dalla comunità scientifica internazionale, come un determinato stato di coscienza (inteso come stato emozionale e di pensiero) possa variare dati clinici fondamentali nel nostro corpo.
Questo modo “strabico” di pensare è presente nella maggior parte delle persone, ma talvolta, tale connessione è dimenticata o sottovalutata anche dal medico.

Ad esempio lo stress psicologico e sociale persistente, ma anche uno stress fisico (sedentarietà, e varie alterazioni dello stile di vita) possono modificare la glicemia, la produzione di ormoni come l’epinefrina e il cortisolo, prolattina e ormoni tiroidei, causare aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa (con tensione muscolare, dolore al collo, cefalea), favorire l’obesità, l’osteoporosi, alterare la coagulazione del sangue, modificare la secrezione gastrica e la peristalsi intestinale (gastrite e colite, stipsi o diarrea). O ancora modificare l’attività dei globuli bianchi del sangue, alterare l’attività immunitaria e incrementare l’infiammazione sistemica.
Le conseguenze a medio-lungo termine sono l’invecchiamento precoce e la disabilità da malattie organiche croniche degenerative cardio-vascolari, neurologiche, tumorali, auto-immunitarie.

Le interazioni possono essere bi-direzionali: mente-corpo, ma anche corpo-mente. Una malattia organica, qualunque sia l’origine, potrà facilmente interferire sull’umore, emozioni e pensieri, determinando ad esempio ansia e depressione.

Dunque, riguardo al corpo e alla mente, nonostante alcune difficoltà di valutazione, sembra che nessuno abbia dubbi, ormai: entrambi esistono, concretamente, non serviva dirlo.
Il Corpo è certamente cosa concreta, ha una struttura fisica, si può toccare, pesare, modificare. Può agire, spostarsi, occupare spazio… ne siamo certi. Le sue funzioni sono perlopiù conosciute.

Per la Mente, tuttavia, c’è già qualche problema in più (!).
La mente si avvale di una struttura, il corpo stesso, cioè di cellule (neuroni) e connessioni tra cellule. A queste strutture giungono informazioni e dati, provenienti dalla percezione dell’ambiente (dai sensi, come vista, udito, tatto ecc.), dalla chimica del corpo e da più complesse interazioni, ormonali, metaboliche ecc., nonché dalla memoria delle esperienze precedenti e dalle relazioni sociali, generando pensieri ed emozioni. La mente, quindi, subisce influenze importanti anche involontarie dagli altri, dai ricordi e dall’ambiente esterno.

Sul funzionamento della mente c’è ancora molto da chiarire: essenzialmente i neuroscienziati, ad oggi, riescono solo a correlare gli stati coscienti (la coscienza di ciò che si prova quando si ha una data esperienza) all’attività elettrica e metabolica del cervello. Non esistono ancora, tuttavia, leggi della fisica che spieghino il vero funzionamento della nostra mente, cioè come un’attività elettrica neuronale si trasformi in stato di coscienza.
Pensieri ed emozioni, la mente, non sono quindi “materia” concreta, non si toccano con mano, ma come il corpo sono fatte per agire sul mondo: interagire con gli altri e influenzare, raggiungere degli obiettivi, esprimere un impegno e mettere in atto decisioni. Possono modificare l’ambiente e modificare sé stesse.
Sono “azioni mentali” che possono realizzarsi attraverso il corpo.
Riassumendo:
la mente percepisce la propria relazione con il mondo, valuta e mette in atto una risposta adattativa. La sua azione-risposta è il più delle volte influenzata dalle precedenti esperienze che quasi modellano il suo comportamento.
Da queste interazioni nascono sentimenti come la tristezza, la paura, la rabbia, l’invidia o la curiosità, la compassione, la felicità…

Ma c’è un sé più profondo, una propria individualità, al di là delle stratificazioni–influenze derivate dal rapporto con gli altri, con la società e con gli eventi?
Dello Spirito la scienza non si occupa, o quasi (teorie quantistiche).
E se la scienza, studiando la mente nel suo passaggio fondamentale, la coscienza, non è in grado di dare alcuna spiegazione fisica (ma pensieri ed emozioni ci sono evidenti e concreti), ugualmente non ha risposte sull’esistenza dello spirito, e sembra non affannarsi nel ricercarle.
Se crediamo nella mente, ed è un fatto evidente, potremo credere anche allo spirito e alla spiritualità!

Cos’è lo spirito? È energia? Coscienza vera? Anima?
Qui lasciamo le certezze ed entriamo nella possibilità, nell’ammissibile, nell’intuizione, nella fiducia, nell’apertura all’ulteriorità (a qualcosa di più che giustifica il senso della vita). Qui posso raccontarvi la “mia sintesi”, che deriva dalle mie esperienze e soprattutto dalle valutazioni-esperienze di altri (in particolari da persone spirituali appartenenti a più culture). Io poi ho cercato di integrare il rapporto tra spirito e mente-corpo, secondo una visione scientifica moderna, perché raramente se ne parla. È consuetudine, infatti, che chi ricerca e studia la spiritualità, non si occupi di medicina, e viceversa.
E così si scopre che la spiritualità non è “spiegata” né dalla scienza, né dall’intelligenza, né dalla filosofia, e nemmeno dalla teologia: nessuna di queste può dimostrarla.

A differenza dei pensieri, delle emozioni e della personalità, lo spirito non ha nemmeno una struttura concreta che faccia da intermediario col corpo: non si tocca, non si vede e spesso non si percepisce.
A differenza del corpo e della mente, inoltre, non può perseguire un obiettivo concreto, non può riflettere né voler modificare qualcosa. È semplicemente (!) la nostra essenza.
Lo spirito è un’entità che va oltre la mente, oltre a pensieri ed emozioni, più in profondità, se così possiamo dire.

È coscienza pura, coscienza di sé, indipendente e unico, e allo stesso tempo in intima connessione con l’universo.
È un’entità che produce e ispira armonia, positività, amore assoluto ma talvolta (non si può negare) può essere anche negativa e distruttrice. Sicuramente vi sarà capitato di vedere persone che sono oggetto di cattiverie o umiliazioni, anche se, il soggetto che le esprime, non ne possa trarre beneficio o guadagno. Pura e gratuita cattiveria.
Forse è capitato anche a noi?
Lo spirito è essenzialmente percezione (non dei sensi), ma del sé profondo. Un sé espanso che si dilata nell’universo e di cui è parte insieme a tutti gli altri, pur mantenendo la propria individualità.

Secondo una visione della meccanica quantistica è possibile l’esistenza di 2 situazioni diverse e simultanee di materia (particelle subatomiche) in parti diverse dello spazio: dualità particella-energia.
La Fisica Quantistica è la scienza che sta alla base del comportamento di atomi, elettroni, particelle subatomiche e luce, dando tra l’altro una spiegazione del funzionamento del DNA. La scelta delle opzioni di stato è casuale ed è l’osservatore a determinare il comportamento dei “quanti” (subparticelle)… sarà il libero arbitrio?

È coscienza libera e connessione, abbiamo detto. È forza che si può trasferire dallo spirito alla propria mente, ma che è anche contagiosa…Se la mente è il luogo dei pensieri (talvolta dei troppi pensieri, dei pensieri anche indesiderati, dei pensieri influenzati…), lo spirito è il VUOTO (assenza di pensieri), senza forma, caos (energia libera), capace di essere il più alto, positivamente, o il più basso, negativamente. Quindi indeterminazione, capace di evolversi in modo diverso, in completa libertà.

C’è la possibilità di una gestione responsabile verso l’armonia e l’amore?

Attraverso la spiritualità (più che con il pensiero e il ragionamento) abbiamo la possibilità di scelta. La spiritualità in questo senso potrebbe essere “aiutata” (spinta ad una propensione) da una sorta di sforzo gentile: un ascolto con il cuore delle persone e della natura, una condivisione del bene, una propensione alla connessione. Ciò potrebbe essere possibile, solo, se prima ci si è liberati da tutti i possibili condizionamenti negativi dello stare nel mondo, sperimentando il silenzio interno e l’accettazione di tutto ciò che esiste (bene e male). Dall’accettazione del male, nostro o altrui, che comporta il dolore di tale esperienza, si può “dissolvere” il male e avvicinarsi alla luce. Può essere amore vero, percepito dagli altri anche senza prova, che non si aspetta nulla dagli altri, che “toccherà il cuore” altrui senza altre necessità.

Sarà un guardare e ascoltare senza giudicare.
Questo nella vita quotidiana, ma un aiuto importante può venire dallo sviluppo delle proprie capacità interiori, dall’allenamento al silenzio e alla percezione di sé al di fuori dei pensieri, dalla meditazione, orientata verso il bene, verso l’amore e l’accoglienza.
Concludendo: Corpo-mente-spirito non sono separati ma convivono e interagiscono tra loro.

Mi piace pensare al rapporto corpo-mente-spirito coma alla relazione esistente tra i vari componenti di un’orchestra, i musicisti, visti come il corpo e i suoi organi, il direttore d’orchestra, come la mente che concretamente dà gli ordini e le regolazioni delle funzioni organiche e dei pensieri-emozioni, e il compositore, come lo spirito che dà il senso, l’orientamento e suggerisce il tono della composizione.

P.S. Dopo tutto ciò potrei concludere, clamorosamente, che non è il sapere, la conoscenza, le capacità dell’uomo, che definiscono il senso di pienezza e danno felicità e gioia (saremo sempre nella condizione di aspettare qualcos’altro, qualcosa di più… vivendo di attesa e di paura), ma la semplicità, la meraviglia, lo stupore per il vissuto presente, per la nostra presenza nel mondo e per la nostra vita. Gioia che deriva dall’amore per gli altri, per ciò che ci circonda, per noi stessi.

Le persone che hanno ispirato questi miei pensieri sono stati
Franz Jalics, Pablo d’Ors, Tommaso Bogliacino, Vito Mancuso, Federico Faggin… e non ultimo mio padre.
Utili i miei studi in medicina e comportamento, nel rapportare ed unire, in qualche modo, scienza e spiritualità.

Paolo Bortolotto